Per Implantologia dentale si intende quell'insieme di tecniche chirurgiche, più o meno complesse ed articolate, atte a riabilitare funzionalmente un paziente affetto da edentulismo totale o parziale. Queste tecniche prevedono l'utilizzo di impianti endossei, ovvero dispositivi medici (generalmente viti ma esistono anche tipi di impianto) inseriti chirurgicamente nelle ossa mascellari, che permettono la connessione di protesi, fisse o mobili, per la sostituzione degli elementi dentari mancanti.
Gli impianti dentali possono avere diverse forme, possono essere inseriti in diverse sedi anatomiche dei mascellari, utilizzando differenti tecniche. La successiva connessione delle protesi agli impianti dentali può poi essere eseguita, in relazione al tipo di tecnica e programmazione, precocemente (carico immediato) o tardivamente (carico differito).
Attualmente gli impianti sono quasi tutti realizzati in titanio. I più utilizzati sono quelli a vite di tipo endosseo, nella maggioranza dei casi lasciati sommersi sotto gengiva per un periodo congruo in base alla sede. Il titanio è un materiale biocompatibile che non comporta reazioni da parte dell'organismo.
Il titanio essendo un materiale biocompatibile non è in grado di attivare il sistema immunitario quindi non può essere rigettato (termine spesso utilizzato impropriamente). Per contro gli impianti possono essere soggetti a fenomeni di non integrazione nel tessuto osseo.
Il processo biologico attraverso il quale gli impianti vengono “inglobati” all’interno del tessuto ricevente si chiama osteointegrazione e può richiedere mediamente dai 2 ai 4 mesi.